AEROLIN
Aerolin di Alexis Koukias-Pantelis, ci inoltra nella Grecia contemporanea, nella tempestosa routine di Sandy. Sandy ha 30 anni, fa di tutto nella sua vita, e soffre di asma. La sera si esibisce in un teatro. Prima, però, deve tenere un corso di yoga per alcune signore anziane del suo quartiere, lavorare come clown ad una festa per bambini di una ricca famiglia che non riesce a cogliere con la facoltà della vista e del cuore la sua stanchezza, e fare un provino per uno spot pubblicitario.
Inoltre, deve in qualche modo cercare di includere anche Spiros, il suo paziente e innamorato ragazzo. Spiros la ama, la segue, l’accompagna, l’aiuta, la sostiene. Lui lavora spesso in turni di notte, ma l’aspetta sempre.
Il soggetto di questo cortometraggio è l’estenuante frenesia quotidiana, e il cosiddetto “carico mentale” che le fa dimenticare della propria salute.
Sandy fa pensare, molto. Fa rivedere molte situazioni che si ripetono. Porta sempre con sé il tappetino di yoga, attività finalizzata al relax, ma si trasforma anche essa in uno stress. Quel peluche per la festa di compleanno che lei definisce il suo “nuovo amico”, forse perché con tutta questa frenesia, è l’unico che è sempre fisicamente accanto a lei. La sua continua corsa contro il tempo è qualcosa che accomuna tutti. Ma c’è qualcosa di bello, quei due minuti che trascorre a fumare una sigaretta col suo ragazzo la rendono felice. È Qualcosa di semplice, ma è il qualcosa che la fa andare avanti.
– Recensione a cura di Marta Ferlito (Convitto Nazionale Mario Cutelli)