Il cortometraggio “Due” di Matteo De Liberato, prodotto nel 2024, è stato uno dei primi che abbiamo avuto la possibilità di vedere durante la partecipazione al Catania Film Fest.
Come succede nei film di grandi come Tarantino, un grande spazio scenico viene dato ai piedi dei protagonisti. Invece, lo spettatore nota solo un piccolo scorcio della casa, grazie alle scene in bagno, in cucina e nella famigerata stanza da letto, che a mio giudizio costituisce il centro della storia dei due sposi.
Già dall’inizio mi fu trasmessa una tenera sensazione di quotidianità, grazie al letto disfatto, ai capelli disordinati ed ai rumori della mattina che si sentono in ogni casa, quali la sveglia ed i sospiri stanchi.
Come Elide ed Arturo, protagonisti de “L’avventura di due sposi” di Italo Calvino, Tiziana e Roberto lavorano ad orari alterni, vedendosi per una carezza ed un bacio solo la mattina e a cena. Roberto non parla, si limita a guardare la sua sposa con aria malinconica, aspetto aiutato dal formato in bianco e nero scelto dal regista. Tiziana, invece, preferisce dire qualche parola e sorridere: il suo viso felice e pieno fa contrasto con quello smagrito e smorto che ha di fronte. Entrambi, quando sono soli, si dimenano tra le coperte del letto e trovano stabilità solo nell’avvinghiare il cuscino dell’altro. Lei lo stringe dolcemente, come un bimbo fa con la copertina; lui, invece, si aggrappa come se stesse cadendo giù dal letto e lo tiene forte, come il pigiama di Tiziana. Che sia un modo alternativo di averla accanto forse è scontato da pensare. Credo che la mancata comunicazione per alcune persone corrisponda al mancato amore, e spesso questo causa paura o perdita di interesse da parte di una persona. Deve essere una dinamica difficile, e spesso l’unica cosa da fare è aggrapparsi dove si può: ad una carezza, un bacio, oppure un cuscino.

– Recensione a cura di Benedetta Indelicato, Liceo Classico Nicola Spedalieri (Vincitrice del Premio Migliore Recensione 2024)